Toyin Falola, Hélène Joubert e Alain Lebas
Interviste ai collezionisti di Alexandre Espenel
Fotografie di Alain Lebas e Hughes Dubois
Il libro propone un’incursione nella ricca produzione artistica della Nigeria attraverso una scelta di opere provenienti da collezioni private francesi, una più bella dell’altra. L’eccezionale selezione presentata è il risultato del lavoro e della passione del curatore della mostra, Alain Lebas, che grazie alla generositàdi molti collezionisti ha raccolto in un unico insieme opere magnifiche. Autori di fama internazionale sono stati invitati a farci scoprire la Nigeria, le sue popolazioni e le loro diverse culture. La presentazione del loro universo mitologico ci permette di comprendere meglio la natura e l’importanza delle opere esposte. Una panoramica storica della comparsa di opere nigeriane sul mercato dell’arte in Francia offre una prospettiva su più di cinquant’anni d’interesse e di collezionismo. Infine, quattro collezionisti esperti ci descrivono la passione e l’emozione che le opere d’arte nigeriane hanno suscitato in loro. Le bellissime fotografie della maggior parte delle opere presentate in mostra sono firmate da Hughes Dubois e sapranno sicuramente deliziare gli appassionati e gli intenditori.
Toyin Falola, eminente storico nigeriano, è professore di storia presso il dipartimento degli studi africani dell’Universitàdel Texas a Austin negli Stati Uniti. Conferenziere e autore, ha pubblicato molti libri sulla storia e la cultura del suo paese.
Hélène Joubert è curatrice capo e responsabile dell’unitàpatrimoniale africana al Musée du Quai Branly di Parigi. Specializzata nei Yoruba, ha messo a disposizione la sua immensa conoscenza per guidarci nell’universo estetico e mitologico dei popoli della Nigeria.
Alain Lebas, collezionista e appassionato d’arte primitiva, è il curatore della mostra, presentata al Musée de la Civilisation di Québec, Canada, dal 23 ottobre 2012 al 21 aprile 2013.
Alexander Espenel ha intervistato quattro grandi collezionisti: Yves Develon, Alain Dufour, Mark Itzikowitz e Hélène e Philippe Leloup.