A cura di Laure Schwartz-Arenales
Testi di Laure Schwartz-Arenales, Pierre Cambon, Philippe Clerc, Karelle Ménine, Ji Young Demol Park, Lee Lee Nam et Maël Bellec
In occasione delle celebrazioni per il 60° anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Svizzera e la Corea del Sud, questo libro offre una visione unica del lavoro di due artisti coreani contemporanei, Ji-Young Demol Park e Lee Lee Nam, e della loro rappresentazione del paesaggio, in particolare della montagna.
L’evocazione della natura si snoda attraverso i legami intessuti nei secoli tra culture e oggetti, materiali, colori e motivi. Ceramiche decorate color giada e pino, linee d’orizzonte azzurrate con ossido di cobalto, porcellane con rivestimenti bianchi come la neve o la luna, riecheggiano nell’opera dei due artisti, i cui sguardi si incrociano e si riflettono nei paesaggi del grande pittore Jeong Seon (1676-1759).
Ma ciò che unisce le montagne bagnate dall’inchiostro di Ji-Young Demol Park e i paesaggi virtuali di Lee Lee Nam, nonostante le loro differenze, è tanto l’originalità del loro rapporto con questo patrimonio quanto la forza dei rispettivi universi, orientati verso un re-incanto della natura. Come Jeong Seon, il pittore delle “vedute autentiche” e delle Montagne di Diamante, i due artisti si interrogano e combinano costantemente un vasto corpus artistico che si estende ben oltre la loro Corea natale, trasformando l’interpretazione delle montagne in un mezzo di meditazione, un legame rivelatore con la bellezza del mondo, passato e presente.
Laure Schwartz-Arenales, laureata all’École du Louvre e titolare di un dottorato presso Parigi-Sorbona, ha iniziato la sua carriera al Musée national des arts asiatiques – Guimet e all’École du Louvre, dove ha insegnato arte dell’Estremo Oriente. La sua ricerca sulla pittura giapponese in Giappone (Università di Tōhoku, Museo Nazionale di Kyoto) è stata premiata nel 2007 dalla Kajima Foundation for the Arts. Professore all’Università Ochanomizu e poi all’Università Sophia (Tokyo), dal 2018 è direttore della Fondation Baur, Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra.
Pierre Cambon, già responsabile delle collezioni coreane del Musée national des arts asiatiques – Guimet (1992-2022), ha curato diverse mostre di cui ha scritto il catalogo: Nostalgies coréennes (2001); Itami Jun (2003); La Poésie de l’encre (2005); Cinq siècles de peinture en Corée (2015). Consulente del Centro del Patrimonio Mondiale, ha svolto missioni a Pyongyang (1999-2000) ed è stato addetto culturale presso l’Ambasciata di Francia in Corea (1988-1992).
Philippe Clerc, storico dell’arte formatosi all’Università di Friburgo, ha lavorato per la casa d’aste Christie’s prima di entrare al servizio di diversi collezionisti svizzeri e internazionali. Specialista della pittura svizzera del XIX e XX secolo, svolge ricerche sugli artisti ginevrini e friburghesi vicini a Ferdinand Hodler e vanta diverse pubblicazioni sull’argomento.
Karelle Ménine è una storica e scrittrice svizzera che vive a Ginevra. Il suo lavoro esplora il rapporto con la letteratura e gli archivi attraverso opere teatrali, saggi e installazioni. Le sue ultime due opere sono state pubblicate da MétisPresses: Bleuir l’immensité (2022) e Labor et Fides: Nimbe noir (2022). È anche direttrice della collezione “ArchVives” di MétisPresses.
Ji Young Demol Park, artista formatasi in Corea, Francia e Svizzera, nel 2012 è tornata alla sua espressione plastica originale: disegno, acqua e pigmenti. Dalle rive del lago di Ginevra alle creste delle Alpi, ci offre la sua visione delle montagne della Corea, suo Paese natale. Pittrice sul campo, non viaggia mai senza un taccuino, una pergamena o addirittura un leporello; con un tratto vigoroso e pochi lavaggi, registra le sue emozioni mentre contempla il mondo.
Lee Lee Nam, riconosciuto come uno dei maggiori esponenti della videoarte della sua generazione, è nato nel 1969 a Gwangju, nella Corea del Sud. Ha conseguito un dottorato in belle arti presso la Chosun University, dove si è formato in scultura, e un dottorato presso la Yonsei University’s Graduate School of Communication and Art. Virtuoso dell’animazione, rivisita i capolavori pittorici dell’arte mondiale. Poetico e onirico, il suo approccio alla pittura di paesaggio è un mezzo di meditazione, un legame rivelatore con la bellezza del mondo, passato e presente.
Maël Bellec, curatore responsabile delle collezioni cinesi e coreane del Musée Cernuschi, ha organizzato diverse mostre dedicate all’arte moderna e contemporanea. Ha curato o co-curato The Lingnan School: The Awakening of Modern China, Seoul-Paris-Seoul: Korean Artists in France, Lee Ungno, l’homme des foules, Walasse Ting, le voleur de fleurs, Bang Hai Ja: Et la matière devint lumière, L’encre en mouvement: Une histoire de la peinture chinoise au XXe siècle, nonché le varie edizioni del programma di videoarte del Musée Cernuschi.
Mostra: Fondation Baur, Musée des Arts d’Extrême-Orient, Geneva dal 20 marzo al 30 giugno 2024