Eine künstlerkolonie in den alpen um 1900
A cura di Pascal Ruedin
La Scuola di Savièse raggruppa molti artisti che fuggirono dalla cittàe dalla modernità , alla ricerca di un’immagine tradizionale e rassicurante nella vita rurale. Prendendo il nome dalla colonia di pittori stabilitisi nell’omonimo villaggio, designa in sintesi l’appropriazione dell’insieme del Vallese rurale da parte di diversi artisti: Ernest Biéler (1863-1948), Edmond Bille (1878-1959), Marguerite Burnat-Provins (1872-1952), Raphy Dallèves (1878-1940), Albert Muret (1874-1955), Edouard Vallet (1876-1929) e altri.
Selezionando, ritagliando, estetizzando e idealizzando la realtàche scoprono, questi artisti dipingono gli usi e i costumi della vita contadina di montagna che percepiscono come un paradiso perduto. Per studiare questo esempio di primitivismo rurale — un fenomeno che, da Pont-Aven a Worpswede, tocca molte parti d’Europa alla fine del XIX secolo — la pubblicazione adotta un triplo punto di vista: artistico, storico ed etnografico. Opera di riferimento, si presenta anche come un bellissimo libro, che mette in risalto un patrimonio d’incredibile qualitàartistica, in equilibrio tra iconografia regionale e modelli internazionali.
Pascal Ruedin, specialista in arte svizzera e direttore del Musée d’Art du Valais a Sion.