Testo di François Neyt. Fotografie di Hughes Dubois
Dalla fine del XIX secolo molteplici artisti quali Gauguin, Picasso, Matisse, ma anche i surrealisti e molti altri fino ai nostri giorni si sono lasciati ispirare dall’arte africana. Lo stesso si è verificato anche nelle arti africane. Ogni forma scultorea racchiude in sé la memoria di un popolo, di una cultura, di una tradizione artistica, connotata da un approccio originale alle forme. L’Africa occidentale, centrale e orientale presentano delle forti affinità, ma la varietà delle sculture, sempre uguali e sempre nuove, rivela la grande creatività e sensibilità artistica di alcune etnie.
Questo libro mette in mostra una collezione privata raccolta da un amatore illuminato e appassionato, nella quale emerge la sua attenzione nell’accurata selezione e sensibilità nei confronti di forme appartenenti a diverse culture africane. Maschere, reliquiari, segni scolpiti del Gabon, effigi e statuette del Congo Brazzaville e del Congo Kinshasa, ma anche splendide rappresentazioni dell’Africa occidentale, dal Mali al Camerun, dai Koro e dai Mossi agli Ejagham ed Ekoi in Nigeria, passando per i Guro in Costa d’Avorio. Meravigliose evocazioni del patrimonio universale delle forme artistiche.
François Neyt, docente all’Université catholique de Louvain, ha inoltre insegnato all’Université officielle du Congo. Monaco benedettino, è stato presidente dell’Alliance Inter Monastères, che raccoglie più di 450 comunità di tutto il mondo; è membro onorario dell’Académie royale des sciences d’Outre-mer de Belgique. Ha pubblicato numerose opere sulle arti africane come La Grande Statuaire Hemba du Zaïre (1977); Arts traditionnels et Histoire au Zaïre (1981); Luba. Aux sources du Zaïre (1993); La Redoutable Statuaire songye d’Afrique centrale (2009); Fleuve Congo (2010); Fétiches et objets ancestraux (2013); Trésors de Côte d’Ivoire (2014). È stato commissario di diverse mostre al Musée Dapper di Parigi (1993); all’Ethnografisch Museum di Anversa (1994); a São Paulo (2000). La mostra Fleuve Congo (2010), di cui è stato commissario al Musée du Quai Branly – Jacques Chirac, a Parigi, è stata portata anche a Shanghai, Seul, Città del Messico e Mosca (Museo Puškin).
Hughes Dubois, fotografo di formazione pubblicitaria, si è presto appassionato alla fotografia di oggetti d’arte. Il suo lavoro, che porta avanti da quarant’anni, rivela una conoscenza profonda e una grande sensibilità per le arti primitive e classiche. Egli collabora con musei e collezionisti d’arte di tutto il mondo, e al suo lavoro Le Sensible et la Force è stata dedicata nel 2004 una mostra al Musée Royal de l’Afrique Central de Tervuren (Belgio). Per 5 Continents Editions ha pubblicato, tra gli altri: L’Art de l’Archipel Bismarck, Premio Internazionale del libro di Arte tribale, medaglia d’oro dell’ICMA Awards e Premio della Fotografia del MGA Book Awards 2014; Formes & Façons, con fotografie esposte al Musée du val de Bagnes et sur le Barrage di Mauvoisin (Svizzera) nel 2013; e il recente Borobudur (2018), dedicato al più grande tempio buddista del mondo, frutto di più di tre anni di lavoro con la moglie Caroline.