They are What They Do
Testo di Shana Nys Dambrot. Con una conversazione tra Woods Davy e Craig Krull. Prefazione di Suzanne Muchnic
Le sculture di Woods Davy (nato a Washington nel 1949, vive e lavora a Venice, California) sono oggi ampiamente riconosciute e presenti in mostre e collezioni di tutto il mondo. Negli ultimi quarant’anni Woods Davy ha lavorato principalmente con forme naturali grezze, in prevalenza materiali lapidei, rocce e pietre raccolte sulla terraferma, ma anche sassi recuperati dal mare. Inizialmente le ha utilizzate insieme a strutture d’acciaio, cercando di esprimere così la tensione tra razionalità e sentimento. Nei lavori più recenti le pietre sono assemblate in sculture, come fossero congelate in un flusso dinamico in composizioni che sembrano prive di peso, che sfidano la forza di gravità e la loro natura materiale. Il lavoro di Woods Davy trasmette una tranquillità emotiva che spiazza le aspettative di chi si avvicina alla sua scultura, invitando a una serenità ipnotica.
Lungo il suo percorso artistico, Davy ha sviluppato inoltre un vivo interesse per le maschere Kifwebe (Repubblica Democratica del Congo), nelle quali ha ritrovato una sensibilità comune (alla sua collezione di maschere è dedicato un volume pubblicato da 5 Continents Editions). Come la sua serie di sculture Cantamar, le maschere Kifwebe sono percorsi di trasformazione, dove l’emozione trascende la forma. Entrambe queste forme artistiche sono più di ciò che appare.
Questa monografia è una rassegna completa del lavoro di Woods Davy dal 1978 al 2023 e include una selezione di testi e citazioni di e su Woods Davy, oltre a un saggio critico di Shana Nys Dambrot, una conversazione con il gallerista Craig Krull e una prefazione di Suzanne Muchnic.
Shana Nys Dambrot è critica d’arte, curatrice e autrice a Los Angeles. È Art Editor di LA Weekly e collabora regolarmente con diverse riviste d’arte cotemporanea statunitensi. È autrice del romanzo surrealista Zen Psychosis e ha vinto vari premi per la critica d’arte e il giornalismo specialzzato, tra cui il Mozaik Future Art Writers Prize, il Rabkin Prize for Art Criticism e il Los Angeles Press Club National Arts & Entertainment Journalism Critic of the Year Award.