Œuvres sur papier
Quattro volumetti, simili a quaderni, ci introducono – anche a livello materico – all’opera su carta del pittore e incisore svizzero Gérard de Palézieux (Vevey 1919-Veyras 2012). Questi, dopo una formazione a Losanna presso l’École des beaux-arts, si trasferisce a Firenze dove rimane durante la Seconda Guerra Mondiale per poi trasferirsi nuovamente in Svizzera, nel canton Vallese, dove risiederà fino alla morte.
La luce, le fabbriche e la campagna italiana sono elementi di grande rilevanza per la sua poetica, sotto molti punti di vista assimilabile a quella di Giorgio Morandi, di cui lo stesso Palézieux fece la conoscenza nel 1953 e con il quale resterà in contatto fino alla morte del pittore bolognese. Tuttavia l’opera dell’artista svizzero testimonia anche altre ispirazioni, si pensi al ruolo di Canaletto o di Claude Lorrain nel trattamento della luce.
Nel 1969, dopo un viaggio in Marocco, Palézieux scopre l’acquarello, tecnica che gli consente di allargare la sua visione, permettendogli di dissolvere la pesantezza nella luminosità più pura. Sarà a Venezia che, a partire dal 1972, troverà la sua strada grazie alle peculiarità del nuovo medium, la cui rapidità e trasparenza gli consentono di avvicinarsi alla saggezza e alla visione del mondo propria dei pittori cinesi. È da quel momento che attraverso l’incisione dà vita a espressioni artistiche di maggiore libertà; si appassiona a tecniche quali l’acquatinta e il monotipo che gli consentono di inserire nei suoi paesaggi anche lo scorrere del tempo.
Solitario, istintivo, fedele alle sue emozioni, Palézieux non ha mai smesso di dipingere secondo quanto appreso dai suoi maestri. La sua visione del mondo, estranea a ogni corrente artistica, è tuttavia sorprendentemente precisa e carica di un inedito potere di resistenza. Le sue immagini, dipinte o incise, evocano i luoghi e gli oggetti riflettendo le incertezze del nostro quotidiano. I suoi acquerelli esprimono la forza ineluttabile del tempo contrapponendo contingenze e discorsi personali con un’arte che cerca di riconnettersi, al tempo stesso, con il semplice e l’universale.
Ger Luijten ha studiato storia dell’arte all’università di Utrecht. Dal 1987 al 1990 è stato curatore presso il Cabinet des arts graphiques del Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam; successivamente ha lavorato per il Rijksmuseum di Amsterdam, inizialmente come curatore principale del dipartimento delle stampe e, dal 2001 al 2010, come curatore capo del Rijksprentenkabinet. Nel 2010 è stato nominato direttore della Fondation Custodia a Parigi. Ha inoltre curato il libro Hollstein’s Dutch and Flemish Etchings, Engravings and Woodcuts 1450-1700, opera di riferimento sull’arte della stampa nei Paesi Bassi.
Florian Rodari ha una formazione letteraria e di storico dell’arte. Dopo sette anni al Cabinet des estampes di Ginevra, dal 1979 al 1983 ha diretto il Musée de l’Élysée a Losanna. Diventato conservatore indipendente, organizza mostre per musei svizzeri ed esteri. Autore di numerose pubblicazioni, ha riunito i suoi contributi sull’acquaforte nell’opera L’Univers comme alphabet (Gallimard, 2014). Per 5 Continents Editions ha pubblicato Claude Mellan. L’écriture de la méthode (2015), Impressions fortes (2017) e, nel 2018, Picasso. Lever de Rideau. L’arène, l’atelier, l’alcôvee Traverser la lumière.
Alain Madeleine-Perdrillat è nato a Parigi, dove vive e ha per lungo tempo lavorato alla Réunion des Musées Nationaux e all’Institut National d’Histoire de l’Art. È autore di un’opera su Georges Seurat (Skira) e di una su Nicolas de Staël (éditions Hazan). Ha scritto numerosi saggi sulla pittura moderna e contemporanea pubblicati su riviste di settore, e altrettanti contributi su diversi scrittori del XX secolo, tra i quali Marcel Proust, Giorgio Bassani, Philippe Jaccottet.
Peter Schatborn è direttore emerito del Rijksprentenkabinet presso il Rijksmuseum di Amsterdam. È stato ricercatore ospite del Getty Research Institute di Los Angeles; ha organizzato diverse mostre per la Fondation Custodia – Collection Frits Lugt, a Parigi nonché per la Frick Collection a New York. Suo ambito di specializzazione è il disegno olandendese del XVII secolo.
Catherine McCready, esperta nell’incisione a taglio dolce, è responsabile delle collezioni della Fondation William Cuendet & Atelier de Saint-Prex, e nello specifico dell’inventario dell’opera su carta di Palézieux. Ha svolto un ruolo di particolare rilevanza accanto a Palézieux che, negli ultimi anni di vita, le confidava la tiratura delle sue incisioni.
Pierre Vogt, nato nel Canton Vallese, è professore di cardiologia, incisione e fotografia. Ha conosciuto personalmente Gérard de Palézieux con il quale ha sperimentato la tecnica dell’acquarello. È oggi il presidente della Fondation William Cuendet & Atelier de Saint-Prex.