A cura di Sarah Lombardi in collaborazione con Vincent Monod
Testi di Baptiste Brun, Nicolas Garnier, Karoline Lewandowska, Jean-Hubert Martin, Jérôme Pierrat e Michel Thévoz
Fra il 1945 e il 1963, Jean Dubuffet decide di far fotografare la sua collezione di opere di Art Brut per documentarla. Si tratta di lavori reaizzati da un centinaio di artisti tra i quali Gaston Chaissac, Aloïse Corbaz, Joseph Crépin, Auguste Forestier, Somuk e Adolf Wölfli, ma anche diversi artisti anonimi. Chiama quindi professionisti di fotografia d’arte noti nella cerchia parigina, come Henry Bonhotal o Émile Savitry, e fa fotografare anche opere fuori collezione nonché lavori che lo interessano particolarmente perché ai margini dell’arte ufficiale, proprio come l’Art Brut. Fra questi ci sono opere di arte popolare o di arte naïf, disegni di bambini, tatuaggi, graffiti fotografati da Brassaï o ancora lavori grafici provenienti dalle isole Salomon.
Dubuffet riuniràqueste fotografie in una serie di sequenze straordinarie, suddivise in quattordici album (755 pagine in totale), conservati dal 1976 presso gli archivi della Collection de l’Art Brut, a Losanna.
Classificate per autore, queste immagini documentano dipinti, ma anche disegni, ricami, sculture e collage. Attraverso questa banca immagini creata fra il 1945 e il 1963, Dubuffet accosta e fa dialogare forme d’espressione della sua epoca molto diverse fra loro, che hanno come denominatore comune questo loro «fiorire» al di fuori dei sentieri battuti della storia dell’arte e della cultura artistica.
Sarah Lombardi, storica dell’arte, dirige la Collezione di Art Brut dal 2013. Dal 2004, coordina numerose esperienze all’interno di questa istituzione.
Baptiste Brun è docente di Storia contemporanea all’UniversitàRennes 2 e autore di una tesi su Jean Dubuffet e l’Art Brut.
Nicolas Garnier, antropologo, ricercatore presso l’Universitàdi Papouasia-Nuova-Guinea dal 2003 al 2016. È attualmente responsabile delle Collezioni Oceania del Musée du Quai Branly-Jacques Chirac, a Parigi.
Karolina Ziebinska-Lewandowska è conservatrice presso il Cabinet de la photographie del MNAM Centre Pompidou. Tra il 1999 e il 2010 è stata conservatrice della Zacheta Galerie National d’Art Contemporain di Varsavia ed è cofondatrice della Fondazione di Archeologia della fotografia che ha presieduto fino al 2014.
Jean-Hubert Martin è storico dell’arte, conservatore, direttore e curatore di mostre. Attraverso il suo percorso professionale ha contribuito ad ampliare lo sguardo sull’arte contemporanea e la creazione di un dialogo fra culture.
Jérôme Pierrat, storico di formazione, è giornalista per la stampa e la televisione, esperto di criminalitàorganizzata. È caporedattore di Tatouage magazine nonché autore di Mauvais garçons, portraits de tatoués, 1890-1930, edito da La Manufacture de livres.
Michel Thévoz, professore onorario all’Universitàdi Losanna, è stato conservatore al Musée cantonal des beaux-arts di Losanna dal 1960 al 1975, poi conservatore della Collection de l’Art Brut dalla sua fondazione nel 1976. Ha dedicato una ventina di opere a fenomeni borderline come l’accademismo, l’arte alienata dei pazienti psichiatrici, lo spiritismo, il riflesso degli specchi, la sindrome vodese, l’infamia, il suicidio.