Visions of Africa
Louis Perrois
I popoli della zona Kota dell’Africa equatoriale atlantica hanno sviluppato nelle loro rappresentazioni degli antenati una creativitàonirica, combinando un forte senso di stilizzazione della realtàtendente all’astrazione e un incredibile senso del decoro, con ampio uso del metallo — rame, ottone, ferro. Ma quello che a noi occidentali sembra un “gusto” di ordine estetico era in realtànel cuore dei villaggi Kota una necessitàsimbolica: la maggior parte dei motivi deco- rativi erano segni legati al sistema dell’organizzazione familiare o alle credenze religiose. Lo stesso vale per l’uso del rame, che era un materiale raro e di conseguenza un segno di ricchezza e di potere sociale. La figura del reliquiario mbulu-ngulu era un’icona, il segnale visivo di un mondo in cui gli antenati continuavano a vegliare sui loro discendenti. Era, in Kota, uno “strumento” essenziale per la sopravvivenza dei gruppi in quanto permetteva la comunicazione ricorrente tra i vivi e i morti.
Supporti della memoria e strumenti di mobilitazione delle forze occulte del Gabon e del Congo del passato, le figure reliquiari e le maschere d’iniziazione dei Kota e dei Mbete, nella diversitàdelle loro forme, sono divenute a poco a poco, a fianco dei byeri fang e di altri nkisi punu, gli emblemi immemorabili della cultura e dei valori tradizionali dei popoli della grande foresta equatoriale africana.
Louis Perrois, nato nel 1942, è un etnologo specialista nelle arti e culture antiche dell’Africa equatoriale. Giàdirettore del Musée des arts et traditions du Gabon a Libreville, ha diretto i lavori sul campo in Gabon e Camerun per vent’anni, ha studiato le collezioni d’arte africana in Europa e in America, ha insegnato presso l’Université de Paris I e pubblicato diversi libri, tra cui Arts du Gabon nel 1979 e, nella collana «Visions d’Afrique», Fang nel 2006 e, in collaborazione con Charlotte Grand-Dufay, Punu nel 2008.