The song of stars Le chant des étoiles
Il volume si presenta come una monografia dedicata alle opere di Fabienne Verdier che saranno esposte in occasione della mostra dell’artista presso il Musée Unterlinden di Colmar, e che dialogheranno non solo con le collezioni di arte antica e moderna del museo, bensì anche con lo spazio architettonico – realizzato da Herzog & de Meuron – che le contiene.
I lettori avranno modo di approfondire il legame inedito che l’artista crea tra una sua opera monumentale e l’Altare di Issenheim di Matthias Grünewald prendendo spunto dallo spettro cromatico e dall’aura di luce che connotano la pittura di Grünewald. Verdier vuole riflettere sulla rappresentazione della morte non più come fine bensì come traccia di energia che si sprigiona per i vivi. E questo legame tra l’uomo e il cosmo, quest’energia vitale sono tutti temi che giustificano il titolo – del libro così come della mostra – “Le chant des étoiles”.
La grande installazione dei Rainbows ha un ruolo centrale nella pubblicazione: queste sessantasei opere, ispirate all’aura della luce prodotta dalla morte di una stella, sono concepite come individui ciascuno nominato con un titolo che ne mette in evidenza il legame con il cielo, le stelle o la luce. Queste opere rappresentano inoltre per Verdier i ritratti dei defunti a causa del Covid-19, sono una sorta di icone contemporanee e danno vita a un’opera d’arte universale.
Fabienne Verdier è un’artista francese, la cui opera è fortemente influenzata dall’incontro con sistemi di pensiero di epoche e culture diverse. Il suo processo creativo trova fondamento nell’ibridazione di conoscenze e si manifesta attraverso invenzioni tecniche come pennelli enormi e leghe di smalti. Dopo gli studi di belle arti, compie un viaggio in Cina dal 1983 al 1992 dove si forma accanto a grandi maestri. Successivamente si confronta con l’opera dei pittori espressionisti astratti e, tra il 2009 e il 2013, si concentra sulla pittura primitiva fiamminga. Nel 2014, ha allestito uno studio all’interno della Juilliard School (New York) che ha accettato, per la prima volta, la creazione di un laboratorio di ricerca su musica e pittura. Dal 2015 al 2017, ha lavorato con Alain Rey per l’edizione del 50° anniversario del dizionario Petit Robert, e ha prodotto 22 dipinti che celebrano l’energia creativa del linguaggio. Nel 2019, il Musée Granet di Aix-en-Provence le ha dedicato una retrospettiva, ripercorrendo la sua carriera dal ritorno dalla Cina alle sue ultime opere, realizzate nella cava di Bibémus che domina la Montagne Sainte-Victoire. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni, tra cui il MNAM Centre Pompidou (Parigi), il Musée Granet (Aix-en-Provence), il Bayerische Staatsgemäldesammlungen (Monaco) e la Fondation Hubert Looser e la Kunsthaus di Zurigo.
Mostra
Musée Unterlinden, Colmar | 1 ottobre 2022-28 marzo 2023