L’artista svizzero Félix Vallotton (1865-1925) è nato a Losanna, ma ha trascorso gran parte della sua vita lavorativa in Francia. Nonostante fosse strettamente legato a Pierre Bonnard e Édouard Vuillard, nonché membro del gruppo d’avanguardia dei Nabis, Vallotton è stato spesso messo in ombra dai suoi contemporanei più famosi. Egli realizzò alcune delle sue opere più importanti a Parigi negli anni novanta del XIX secolo, ma il suo approccio originale e innovativo connotò tutta la sua carriera. Prediligeva infatti gli interni, i ritratti, così come i nudi e i paesaggi. E dopo l’esperienza al fronte durante la prima guerra mondiale, le sue opere si caricarono di elementi simbolici.
Il volume racchiude i testi dei principali esperti dell’opera dell’artista che hanno riflettuto sulla vita, l’opera e la fortuna di Felix Vallotton con l’obiettivo di rivalutare non solo la sua produzione bensì anche la sua eredità. L’apparato figurativo del libro, oltre a contenere i più noti dipinti e stampe, accoglie opere rimaste fino ad ora inedite.
Dita Amory è curatrice del Metropolitan Museum of Art di New York e autrice del volume Madame Cézanne (2014).
Philippe Büttner è curatore della Collezione del Kunsthaus Zürich.
Ann Dumas è curatrice presso la Royal Academy of Arts di Londra.
Patrick McGuinness è professore di letteratura francese e letterature comparate all’Università di Oxford, nonché romanziere, critico e poeta.
Katia Poletti è direttrice della Fondazione Vallotton.
Christian Rümelin è curatore della sezione delle stampe e dei disegni presso il Gabinetto delle arti grafiche del Musée d’art et d’histoire di Ginevra.
Belinda Thomson è ricercatrice onoraria dell’Università di Edimburgo e storica dell’arte indipendente.