A cura di Isabelle Tassignon
Introduzione d'Henri Lavagne
Questo doppio volume presenta la collezione di antichità classica della Fondation Gandur, raccolta in più di quarant’anni da Jean Claude Gandur in conformità con la legislazione che disciplina il commercio di antichità, che si distingue per la ricchezza, la varietà e la bellezza che connotano gli oltre 400 oggetti di cultura materiale totalmente inediti, dei quali 200 approfonditi nella presente pubblicazione.
Se il primo volume approfondisce il tema della religione antica attraverso immagini di idoli, dee, dei, offerenti, e dunque dei riti e delle pratiche cultuali ad essi legati; il secondo si concentra sugli oggetti particolarmente raffinati, frivolezze lussuose definite sin dall’Antichità deliciæ.
Tuttavia in entrambi i casi l’obiettivo è duplice: anzitutto rendere noti questi manufatti ad un pubblico, il più ampio possibile, di studiosi e appassionati e, in secondo luogo, di consentire a questi oggetti di diventare parlanti divenendo quindi espedienti per una conoscenza sempre più approfondita di temi legati all’archeologia, alla storia delle religioni, all’iconografia e ai molteplici aspetti che connotano la storia dell’Antichità e, nello specifico, le relazioni tra l’uomo e il mondo.
Questi due volumi interagiscono tra loro e formano un tutt’uno, offrendo un panorama scintillante dell’antichità greco-romana, dall’Italia geometrica all’Oriente romano del tardo impero, passando per Cipro arcaica, la Grecia classica e l’Egitto ellenistico. Classificati per tema, origine e data, ognuno di questi manufatti è analizzato dal punto di vista tipologico e iconografico, per poi essere inserito nel contesto storico nel quale è stato creato.
Questo libro è dunque un invito per il lettore a prendere parte a un bellissimo viaggio in compagnia degli dei e degli uomini del Mediterraneo antico.
Isabelle Tassignon è dottore di ricerca in archeologia e storia delle religioni. È stata membro dell’École française d’Athènes e docente all’Università di Namur. È attualmente curatrice delle collezioni di archeologia classica e di etnologia alla Fondazione Gandur pour l’Art.
Henri Lavagne ha un dottorato in lettere ed è stato membro dell’École française de Rome. Ha insegnato all’École pratique des Hautes Études (Paris-Sorbonne) prima di entrare all’Institut (Académie des Inscriptions et Belles-Lettres) nel 2006.