De la Chine au Caucase
A cura di Bérénice Geoffroy-Schneiter
Dalle cime innevate del Caucaso alle montagne celesti dell’Impero cinese, dalla valle di Swat a quella di Kathmandu, si sono incontrate le più grandi civiltàdel mondo: la Persia di Dario, la Grecia di Alessandro, l’India di Buddha, senza dimenticare i nomadi delle steppe dell’Asia centrale, mondo “nebuloso” quanto affascinante e sfuggente.
Pellegrini, viaggiatori e commercianti, ma anche diplomatici, archeologi e storici hanno viaggiato a loro volta in queste regioni aspre e selvagge.Tutti hanno ceduto alla bellezza incontaminata di questi “tetti del mondo”, spazzati da tempeste e venti, microcosmi di una purezza arcaica e senza pari. Testimoni fragili della straordinaria avventura umana che fu la Via della seta, i gioielli sono il ricordo di questi popoli e di queste culture, il loro cordone ombelicale. Collane e bracciali di giada, copricapo e cinture d’argento, orecchini, anelli e amuleti narrano lo straordinario virtuosismo degli orafi anonimi che hanno immortalato su piccole superfici le loro superstizioni e le loro credenze così come i loro sogni.
Riccamente illustrato, il libro, conciliando archeologia e etnologia, restituisce il contesto geografico e spirituale di questi gioielli senza tempo. Il volume ha accompagnato l’esposizione che si è tenuta alla Collection Baur, Musée des Arts d’Extrême-Orient, a Ginevra nell’autunno 2012.
Berenice Geoffroy-Schneiter, ellenista e storica dell’arte (laurea in études supérieures all’école du Louvre e dottorato in greco antico alla Sorbona), ha vissuto da bambina in Afghanistan e Pakistan. Specialista riconosciuta in Francia in arti primitive ed ornamentali, ha pubblicato numerosi libri sul questo tema (edizioni Flammarion, Skira, Assouline, Hazan, Le Seuil…).Giornalista e critica d’arte, collabora con varie riviste d’arte.Inoltre ha curato la mostra «Voyage dans ma tête, la collection de coiffes ethniques d’Antoine de Galbert» presso la Maison rouge a Parigi nel 2010.