Questo libro è la più importante monografia realizzata sull’artista fotografa svizzera Béatrice Helg. Presenta una selezione di lavori realizzati negli ultimi venticinque anni, accompagnati da un poema che le è stato dedicato da Robert Wilson, da saggi critici di Serge Linarès e Philippe Piguet e da una poesia di Sylviane Dupuis. Il lavoro di Béatrice Helg occupa un posto di tutto rilievo nella tradizione della “fotografia costruita”. Lontano da immagini iper-realistiche o narrative, il suo lavoro rivela forme astratte e mondi luminosi. Appassionata di musica, sensibile alle nozioni di spazio e tempo, nonché amante di architettura, teatro e opera, la Helg dà vita a spazi monumentali dove scultura, pittura, installazione e luce trovano un’interazione inconsueta. Le sue fotografie presentano universi di ombre e luce di singolare bellezza, poetica e spirituale al tempo stesso. L’opera di Beatrice Helg si apre sull’infinito, sulla ricerca dell’assoluto e su quella di un mistero interiore.
Béatrice Helg è nata a Ginevra nel 1956. Dopo aver studiato violoncello, si è dedicata alla fotografia negli Stati Uniti e ha lavorato nel dipartimento espositivo dell’International Center of Photography (ICP) di New York. Sin dalle origini ha sviluppato una particolare rappresentazione dello spazio, della luce e della materia, riconosciuta oggi a livello internazionale. Al suo lavoro sono state dedicate più di 65 mostre personali in Europa, Stati Uniti e Giappone, tra cui una mostra a Palazzo Fortuny, Venezia; al Tinguely Museum, Basilea; all’IVAM – Institut Valencià d’Art Modern, Valencia; al Museum of Contemporary Photography, Chicago; al Museum of Photographic Arts, San Diego; a Paris Photo e ai Rencontres d’Arles.
Robert Wilson è uno dei più grandi artisti del teatro e delle arti visive. Il suo lavoro scenico ha superato le convenzioni e incorpora un’ampia varietà di media (danza, movimento, illuminazione, scultura, musica e scrittura). Wilson ha creato nel 1970 «Deafman Glance», opera che lo renderà famoso in tutto il mondo. Nel 1976, ha scritto con Philip Glass il suo lavoro di maggior successo «Einstein on the Beach». È noto per le sue collaborazioni con altri artisti quali Heiner Müller o William Burroughs. Le sue produzioni e il suo uso innovativo sul palcoscenico di nozioni quali il tempo, la luce e lo spazio gli hanno fatto guadagnare un riconoscimento internazionale da parte sia del pubblico sia della critica. Il suo lavoro è stato insignito di prestigiosi riconoscimenti, come la nomination al Pulitzer Prize, il Leone d’Oro della Biennale di Venezia e un Olivier Award. Robert Wilson è il fondatore e direttore artistico del Watermill Center, un centro d’arte sperimentale multidisciplinare situato a Water Mill, New York.
Serge Linarès è professore di letteratura francese del XX e XXI secolo all’Université de la Sorbonne Nouvelle. Specialista di Jean Cocteau, di cui ha pubblicato l’opera completa nella “Bibliothèque de la Pléiade” (2006), oltre a due studi sul suo lavoro: Jean Cocteau: le grave et l’aigu (1999) e Cocteau. La ligne d’un style (2000). Più in generale interessato al rapporto tra letteratura e arti, ha pubblicato anche: Écrivains artistes. La tentation plastique (XVIIIe-XXIesiècle) (2010), Fenosa, la sculpture et les lettres (2011) e Picasso et les écrivains (2013). La sua ricerca sulla spazializzazione dei testi poetici lo ha portato recentemente a pubblicare Poésie en partage. Sur Pierre Reverdy et André du Bouchet (2018).
Philippe Piguet, è storico e critico d’arte, curatore indipendente di mostre. È inoltre responsabile dal 2008 della programmazione della Chapelle-espace d’art contemporain de Thononon-les-Bains; è il curatore generale del festival NormandieImpressionniste (2020). Collabora regolarmente con la rivista Art absolument dal 2002 e occasionalmente con Artpress.
Sylviane Dupuis è poetassa, drammaturga, saggista e critica svizzera. Dal 2004 al 2018 è stata docente di francese moderno presso l’Università di Ginevra. Vanta numerose pubblicazioni: sette libri di poesia, tra cui Creuser la nuit, premio C. F. Ramuz per la poesia 1986; cinque opere teatrali tra le quali La Seconde Chute (1993) tradotta in sette lingue, e Les Enfers ventriloques, che ha vinto il premio delle Journées de Lyon des auteurs de théâtre 2004. Tra le sue ultime pubblicazioni: Qu’est-ce que l’art ? 33 propositions (2013); Géométrie de l’illimitéseguito da Poème de la méthode (2019).