John Szarkowski
“Le fotografie hanno un rapporto speciale con il tempo, perché descrivono soltanto il presente” John Szarkowski
L’occhio del fotografo si propone di studiare come appaiono le fotografie, e perché appaiano così; intende esaminare la tradizione e lo stile di questa arte, nonché le molteplici possibilità che si offrono al fotografo nel suo lavoro.
L’invenzione della fotografia ha portato una radicale innovazione nel processo della creazione di immagini, basato sulla selezione anziché sulla sintesi. Una differenza fondamentale. I dipinti si creavano – si costruivano attingendo a un deposito di schemi, tecniche e impostazioni tradizionali – ma le fotografie, per usare un’espressione comune, si scattavano. La differenza sollevava un nuovo ordine di problemi creativi: in che modo questo procedimento meccanico e automatico poteva essere piegato a produrre immagini cariche di senso in termini umani, immagini dotate di limpidezza e coerenza e di un punto di vista?
Nato da una mostra del 1964 e pubblicato per la prima volta nel 1966, L’occhio del fotografo è una bellissima introduzione all’arte della fotografia. Riunisce opere di maestri acclamati e di fotografi sconosciuti, offrendo un compendio del linguaggio creativo e visivo e rivelando lo straordinario potenziale di questo mezzo.
Le immagini sono divise in cinque capitoli, ciascuno dei quali prende in esame una delle scelte che l’artista che lavora con l’apparecchio fotografico è costretto a operare: la cosa in sé, il particolare, l’inquadratura, il tempo, il punto di vista.
John Szarkowski (1925-2007) è stato fotografo e direttore emerito del dipartimento di Fotografia del Museum of Modern Art di New York. Fu autore di diversi libri sulla fotografia tra cui Looking at Photographse Photography until Now.