L'ascensione come esperienza del sacro | L'ascension comme expérience du sacré
Testi di Nathalie Bazin, Enzo Bianchi, Christine Kontler, Antonio Paolucci
La sacralitàdella montagna vista attraverso le opere delle culture precolombiane, dell’arte cinese e dell’arte europea.
In tutte le culture e fin dalle più remote forme di religiosità , la montagna è il simbolo della trascendenza, dell’infinito, dell’eterno. L’ascendere e il discendere le pendici della montagna rimandano a un comune sentire spirituale, che presenta caratteristiche simili in civiltàe culture anche lontane fra loro geograficamente e temporalmente. Da sempre l’uomo ha dato una forte e concreta testimonianza di questo sentimento: la montagna, intesa come luogo di solitudine, di meditazione e di comunione dell’uomo con il trascendente, ha una grande presenza nell’iconografia di tutti i secoli. Il libro documenta la forte componente antropica e spirituale della montagna presso le popolazioni mesoamericane messicane, nella civiltàorientale, in particolare Cina e Tibet, nella tradizione ebraica, cristiana cattolica e ortodossa, attraverso opere della storia dell’arte selezionate sulla base di alcuni temi guida, a cui si può ricondurre l’interesse costante e diversificato per la montagna: la montagna intesa come l’asse che unisce le tre regioni cosmiche cielo-terra-inferi; la montagna identificata con la divinità ; la montagna come dimora degli dei; la montagna come luogo di incontro tra l’uomo e Dio.
Nathalie Bazin, curatrice del Musée Guimet di Parigi.
Enzo Bianchi, monaco, fondatore e attuale priore della Comunitàmonastica di Bose.
Christine Kontler, sinologa e dottore in Scienze delle Religioni, è membro del Centre de Recherche sur l’Extrême-Orient di Paris-Sorbonne.
Antonio Paolucci è direttore dei Musei Vaticani.