Galleria delle arti
Vincenzo Farinella
Genio del cambiamento, dell’assimilazione e della curiosità , Raffaello Sanzio da Urbino (1483- 1520) si è confrontato, nei vent’anni del suo percorso artistico, con tutte le “maniere” con cui è entrato in contatto: in Umbria, col padre Giovanni Santi, con Pinturicchio e con Perugino, il maestro ideale; a Firenze, con Leonardo, Fra Bartolomeo e Michelangelo; infine a Roma, con la pittura dei maestri veneti e i capolavori dell’arte classica, rimettendo costantemente in discussione i risultati raggiunti, anche se apparentemente “perfetti” e ammirati dai committenti.
Il desiderio di affrontare sempre nuove sfide intellettuali l’ha portato ad avvicinarsi al mondo dei letterati, conferendo una dimensione culturale senza precedenti alle sue opere che gli è valsa la stima degli ambienti umanistici più raffinati; basta pensare all’amicizia che per anni lo legò a Baldassare Castiglione o all’ultima opera intrapresa, rimasta incompiuta, la ricostruzione grafica della Roma antica. Gli studi condotti soprattutto negli ultimi vent’anni, sulla scia del quinto centenario della nascita (1983) e delle campagne di restauro di opere capitali come gli affreschi delle Stanze Vaticane, ci offrono una nuova immagine di Raffaello, che sgombra il campo da ogni sospetto “accademico” su una pittura che non ebbe grande successo tra gli artisti del XX secolo a causa di una percezione riduttiva e banalizzare del suo linguaggio figurativo così vario.
Vincenzo Farinella insegna Storia dell’Arte Moderna all’Universitàdi Pisa. Ha studiato l’arte italiana del Rinascimento nei suoi rapporti con l’antichitàclassica, dedicando a questo tema vari articoli e saggi (tra cui il volume Archeologia e pittura a Roma tra il Quattrocento e Cinquecento. Il caso di Jacopo di Ripanda,Torino 1992). Si è occupato inoltre dei rapporti tra cultura figurativa italiana ed europea tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento (curando la mostra «Pittura dei campi. Egisto Ferroni e il Naturalismo europeo», Livorno 2002).