Une famille suisse à la conquête du céleste empire
Estelle Niklès van Osselt e Christiane Perregaux-Loup
Le lettere conservate per anni al fondo di un baule raccontano la fortuna, l’attivitàcommerciale e gli stati d’animo di una famiglia svizzera partita dal cantone di Neuchâtel, nel XIX secolo, per vendere orologi in Cina. Presso un antiquario della stessa regione sono stati miracolosamente trovati vecchi album pieni di fotografie di questi pionieri. Tutte queste preziose testimonianze hanno permesso di ricostruire la storia della famiglia Loup in Cina, quasi un secolo di peripezie nel Celeste Impero, in un’epoca in cui gli svizzeri erano migranti… La saga di questo clan è rappresentativa di una certa categoria di svizzeri emigrati nella speranza di migliorare la propria vita: un capitolo poco approfondito dai libri di storia che ci ricorda che la Svizzera non è sempre stata il piccolo miracolo economico che conosciamo, bensì un paese che deve molto allo spirito di avventura e all’abnegazione dei suoi antenati.
Un libro ricco di fotografie e documenti dell’epoca che illustra gli oggetti (porcellane, giade e pietre dure, cloisonné, tessili e tabacchiere) acquistati agli inizi del Novecento da Gustave Loup (1876-1961). Queste antichità , che hanno vissuto il lento declino e la caduta di un impero millenario, oltre all’incontro-scontro fra due culture radicalmente diverse, sono state spedite in Svizzera via nave per finire nelle mani di uno dei più importanti collezionisti di arte asiatica dell’epoca, Alfred Baur (1865-1951); oggi sono conservate a Ginevra, presso la fondazione che porta il suo nome. Una formidabile epopea, una storia avvincente.
Estelle Niklès van Osselt è sinologa. Ha studiato arti asiatiche e archeologia presso le universitàdi Ginevra, Londra e Pechino. Oggi è viceconservatrice presso la fondazione Baur, Musée des Arts d’Extrême-Orient di Ginevra, ha lavorato per la fondazione di arte contemporanea cinese di Guy & Myriam Ullens e il loro centro d’arte UCCA di Pechino.
Christiane Perregaux-Loup, nata a Neuchâtel nel 1942, ha insegnato pluralismo linguistico e culturale. La Cina, dove i suoi avi sono emigrati a metàdel XIX secolo, l’ha accompagnata sin dall’infanzia. Il suo immaginario si è nutrito delle storie familiari, delle cineserie e delle fotografie che trovava nella casa di famiglia.