Vingt belles années
René Fuerst
Un bilancio positivo di un’esperienza straordinaria, ma soprattutto un omaggio agli ultimi Indiani d’Amazzonia che vivono ancora in libertà. Questi i messaggi di cui si fa testimone la voce autorevole dell’etnologo ginevrino René Fuerst che alle popolazioni indigene dell’Amazzonia ha dedicato gran parte della sua vita. Una sorta di autobiografia visuale che percorre le regioni centrali del Brasile, anzitutto il Mato Grosso e l’Amazzonia più profonda, e che dà spazio a incontri, ricerche e raccolte etnografiche, tutte esperienze che hanno arricchito anche i musei europei, in primis il Musée d’ethnographie di Ginevra.
Le sue fotografie in bianco e nero catturano e raccontano un ventennio di incontri soffermandosi sui volti, sui corpi, sulle cerimonie pacate e su quelle danzanti. Anche la narrazione del quotidiano, attraverso gli oggetti che lo ritmano, acquisisce dignità e conduce il lettore a una riflessione a tutto tondo sui ben noti “tristi tropici” di Lévi-Strauss.
René Fuerst, nato nel 1933, è etnologo. Esperto delle tribù amazzoniche, visse con loro a più riprese tra il 1955 e il 1975 dedicandogli libri, documentari e dischi. Ricercatore indipendente dal 1983 al 1998 è conservatore presso il Musée d’ethnographie della città di Ginevra. Membro delle missioni d’inchiesta presso il Comitato internazionale della Croce Rossa (1970) e dell’Aborigines Protection Society (1972) di Londra, gli fu vietato il soggiorno dalle autorità brasiliane dal 1975 a causa delle critiche mosse alla politica dello stato nei confronti degli indigeni. Con 5 Continents ha già pubblicato Yanomami. Premiers et derniers amazoniens (2011), Indiens d’Amazonie. Réminiscences d’un passé lointain (2008) e Xikrin. Hommes oiseaux d’Amazonie (2006).