A Portrait Farm
Kevin Horan
Testo di Elena Passarello
Quando il fotografo americano Kevin Horan si trasferisce dalla città alla campagna, si imbatte in una comunità di vicini di casa originali. Si tratta di pecore e capre, il cui coro di voci così differenti lo sorprende e genera in lui l’idea di sperimentare la sua grande esperienza ritrattistica immortalando quegli animali.
Trattati a tutti gli effetti come clienti del suo studio fotografico, gli animali da fattoria sembrano avere una loro personalità. Forse ce l’hanno e lo sguardo del fotografo ci consente di vederla. Quella che compie Horan è un’opera ritrattistica eccellente sia per quello che fa sia per come funziona. Si tratta di immagini che richiedono anzitutto un coinvolgimento emotivo per entrare nell’animo di altri esseri, siano essi umani o meno, e che ci mostrano come questo sia visibile dall’esterno.
Chiunque osservi questi animali con attenzione non può fare a meno di notare la personalità che li connota. Horan si chiede come possa essere certo di averla colta, e si interroga anche sulla possibilità di colmare il divario fra le specie: chi c’è lì dentro? Cosa succede dentro quel cervello, dentro la testa di quella capra?
Ogni ritratto è un’opera di finzione. Un tributo alla bellezza di questi animali da fattoria che accompagnano l’uomo fin dalla notte dei tempi.
Kevin Horan è un artista che vive a Langley, nello Stato di Washington. Lavora a progetti che guardano agli animali come se fossero delle persone e al Pianeta come a un luogo molto piccolo. Le sue sono fotografie realistiche. Horan ama trovare lo straordinario nell’ordinario. La sua serie intitolata Chattel è stata selezionata al Photolucida Critical Mass Top 50 del 2014. Fotogiornalista pentito, Horan ha pubblicato su The New York Times Magazine, Smithsonian, LIFE, U.S. News & World Report, National Geographic e in diverse altre riviste e libri. Dal 1976 al 2006 ha vissuto a Chicago, poi dal 2006 a Whidbey Island, con incarichi che spaziavano dalle campagne presidenziali alla vita delle piccole città russe, allo sviluppo sostenibile del Rio delle Amazzoni, sino a seguire una banconota da un dollaro per una settimana per il LIFE Magazine. A novembre 2016, ha presentato l’Ampersand Live alla Town Hall di Seattle. Nel settembre 2004 è stato Artist in Residence al Glacier National Park, fotografo ufficiale di Chicago In The Year 2000, fotografo del Chicago Daily News e del Chicago Sun-Times tra il 1977 e il 1981. Ha una laurea in giornalismo della University of Illinois a Urbana-Champaign.
Elena Passarello, attrice e scrittrice, nel 2015 ha vinto il Whiting Award. La sua prima raccolta Let Me Clear My Throat (Sarabande, 2012) ha vinto la medaglia d’oro non fiction all’edizione 2013 dell’Independent Publisher Awards ed è arrivata finalista al 2014 Oregon Book Award. I suoi saggi sulla performance, sulla cultura pop e sul mondo della natura sono usciti su Oxford American,Slate, Creative Nonfiction e sul The Iowa Review per citarne alcuni, e ha pubblicato due antologie: Cat is Art Spelled Wrong e After Montaigne: Contemporary Essayists Cover the Essay, del 2015. Passarello ha recitato in diversi teatri regionali americani dell’Est e del Midwest, alle prime di Mrs. Bob Cratchit’s Wild Christmas Binge di Christopher Durang e nel Wild Signs and Holler di David Turkel. Nel 2011 è stata la prima donna a vincere lo Stella Screaming Contest di New Orleans. Vive a Corvallis in Oregon e insegna alla Oregon State University.