Secret Qur'anic Boards from Northern Nigeria
È la segretezza ciò che accomuna le tavole coraniche cosiddette allo kafi gida conservate dal gruppo etnico degli Hausa che popola il nord della Nigeria. Se da un lato tra loro vige una neanche troppo celata paura di rivelare agli estranei le formule beneaugurali che decorano tali manufatti, dall’altro è chiara la volontà di non mettere in mostra le immagini di animali ed esseri umani che potrebbero causare ripercussioni in un contesto islamico iconoclasta. Basti pensare che ancora oggi il possesso di un allo kafi gida è punibile severamente da parte dei più fervidi islamici, e tra le possibili sanzioni compare anche l’esecuzione capitale. Così come che ognuna delle tavole di questo libro se non fosse stata salvata nel corso degli anni sarebbe andata incontro alla distruzione ad opera di aderenti al fondamentalismo islamico.
I realizzatori delle decorazioni che arricchiscono le tavole coraniche non sono semplicemente illustratori bensì veri e propri cantastorie che hanno dipinto su supporti lignei racconti che raffigurano le connessioni cosmiche della società in cui vivono. Attraverso la pratica artistica idee cosmiche straniere e lontane sono state incorporate nel sistema di pensiero della popolazione Hausa, e questi allo kafi gida sono così diventate delle capsule cosmologiche incorporate su tavole di legno.
Alla luce del difficile contesto, i proprietari di queste opere d’arte possono essere definiti “curatori” di queste tavole segrete che, sebbene di religione islamica, accolgono la cosmologia Hausa.
I manufatti che impreziosiscono questo volume, un vero e proprio unicum nel campo delle arti extraeuropee, sono parte di una collezione privata costruita in oltre vent’anni di ricerche.
Antoine Lema, dottore di ricerca in Sociologia, ha conseguito i suoi studi presso l’università di Lund in Svezia. È un appassionato di fotografia e di arti visuali, con una forte passione per le arti primitive di origine africana. La sua tesi di dottorato aveva quale tema L’Ethnicité des guerres civiles en Afrique (Lund, 1993). Nel corso degli ultimi vent’anni ha lavorato in qualità di esperto alla Banca mondiale a Washington D.C., lavoro che gli ha consentito di viaggiare molto in Africa. Nel 2008 ha organizzato, sempre a Washington D.C., in collaborazione con il conservatore della collezione d’arte della Banca mondiale, Africa Now, considerato il più grande progetto espositivo mai realizzato coinvolgendo artisti africani. In quell’occasione, infatti, oltre 160 artisti provenienti dal mondo del design, della poesia, del cinema, della scultura, della pittura e della fotografia hanno avuto modo di incontrarsi e dialogare.