A cura di Sophie Webel e Frédéric Jaeger
Il legame tra Jean Dubuffet e Venezia è stretto, e fonda le sue radici nel passato. Non è infatti un caso che la città lagunare abbia ospitato due celebri mostre che hanno segnato profondamente il percorso dell’artista: quella a Palazzo Grassi nel 1964 e quella al padiglione francese della Biennale nel 1984. In entrambi i casi fu lo stesso artista a identificare i palcoscenici per la presentazione esclusiva dei suoi lavori più recenti.
Questo raffinato volume, che accompagna la mostra omonima organizzata nelle sale di Palazzo Franchetti, prestigioso palazzo di origine quattrocentesca con affaccio diretto sul Canal Grande, nasce dalla collaborazione, preziosa e feconda, tra la Fondazione Dubuffet e ACP, la società che ha in gestione la sede espositiva, e narra i tre cicli più importanti dell’opera dell’artista.
Le illustrazioni contribuiscono a sottolineare i tre cicli più importanti dell’opera di Dubuffet: dalla serie degli anni Cinquanta Célébration du sol, nella quale l’artista approfondisce le ricerche sugli infiniti effetti della materia e a cui appartengono le Matériologies e le Texturologies, al ciclo L’Hourloupe, il vero «nucleo centrale» della ricerca di Dubuffet che, come ha scritto Daniel Abadie, «orienta il versante precedente e seguente», sviluppato tra il 1962 al 1974 e presentato per la prima volta proprio nella mostra a Palazzo Grassi nel 1964. Siamo in presenza di un’arte affollata, piena di suggestioni, quasi chiassosa, come indica lo stesso termine “Hourloupe” (dal francese entourlouper, turlupinare), creatrice di un universo alternativo in grado di penetrare la realtà. E, da ultimo, la serie Mires risalente agli anni Ottanta, di cui fanno parte dipinti le cui pennellate fluide e dai colori brillanti, fanno cedere i limiti fisici dell’opera.
Il volumetto, che ha tutte le premesse per diventare un libro da collezione, ospita inoltre disegni, gouache e documenti, così come fotografie, lettere e articoli di Dubuffet che permettono a ciascun lettore di avere un ritratto completo delle coraggiose sperimentazioni dell’artista.
Sophie Webel è direttore della Fondation Dubuffet dal 2003. È entrata a far parte della fondazione nel 1997 dopo essere stata assistente di direzione della Galerie Baudoin Lebon di Parigi (1983-1997). È l’autrice del Catalogue raisonné de l’œuvre gravé et des livres illustrés de Jean Dubuffet, pubblicato nel 1991.
Frédéric Jaeger è stato assistente esecutivo presso la Fondation Dubuffet dal 1986 al 2003. Dal 2003 al 2010 ha ricoperto la carica di co-direttore generale della Galerie Jeanne-Bucher di Parigi, e ha inoltre organizzato numerose mostre di Jean Dubuffet in Francia e all’estero. Vive tra Venezia e Parigi.