D'ailleurs c'est toujours les autres
Testi di Stefan Banz, Bernard Fibicher e Dario Gamboni
Il catalogo presenta una selezione delle opere del più celebre degli artisti cinesi dal 1995 a oggi e presenta lavori recenti e interventi pensati appositamente per gli spazi del Palais de Rumine di Losanna, riunendo tutte quelle istituzioni che hanno fortemente contribuito all’identitàdi questo spazio fin dalla sua nascita, in particolare i musei di archeologia e storia, zoologia e geologia. Opere in porcellana, legno, alluminio, marmo, giada, vetro, bambù e seta, ma anche carte da parati, fotografie, video e un filmato testimoniano la ricchezza dell’opera di Ai Weiwei e la sua profonda conoscenza della tradizione del suo paese. Al tempo stesso l’artista interpreta i motivi, i processi di fabbricazione e i materiali tradizionali in modo ludico e iconoclasta (con uno spirito vicino a Marcel Duchamp) per arrivare a una critica — a volte nascosta, altre più gridata — del sistema politico cinese. Opere più recenti testimoniano la problematica complessitàdelle nostre relazioni internazionali (dipendenze economiche, flussi migratori e così via).
Ai Weiwei. D’ailleurs c’est toujours les autres presenta un uomo a tutto tondo: grande artista plastico, spirito enciclopedico, comunicatore eccezionale, impegnato in prima persona nelle grandi questioni del mondo, Ai Weiwei è forse il primo artista veramente “globale”.
Nel suo lavoro scultoreo, riprende e si allontanana dalle tradizioni artigianali cinesi parodiando al tempo stesso la pop art e la scultura minimalista americana. Attraverso fotografie e filmati, cerca di registrare le trasformazioni delle cittàe dei movimenti migratori. Artista prolifico e impegnato, utente virtuoso dei social network, Ai Weiwei combina con sapienza arte, vita privata e impegno politico.
Ai Weiwei, figlio del noto scrittore Ai Qing, è nato a Pechino nel 1957. Nel 1983 è emigrato negli Stati Uniti dove ha scoperto il ready-made di Marcel Duchamp e la pop art di Andy Warhol. Al suo ritorno in patria nel 1993, ha cominciato a lavorare alla sua opera, impegnandosi a favore dei suoi colleghi artisti cinesi, con attivitàcuratoriali (la mostra «Fuck Off», 2000, Shanghai) e pubblicazioni clandestine. Imprigionato a seguito delle sue critiche alla politica cinese, in particolare per aver tenuto nascosta la catastrofe umanitaria scatenata dal terremoto nel Sichuan nel 2008, poi rilasciato a seguito delle manifestazioni di protesta scattate in tutto il mondo, l’artista vive oggi a Berlino.